| Piace, ci sono cinque indagati I nomi sono stati scritti ieri nel registro dove si ipotizzano reati fallimentari e tributari Garilli salda il 25 per cento degli stipendi, ma Guerra non accetta la proposta
Si gioca su tre fronti il futuro del Piacenza Calcio e delle persone, tra vecchia e nuova dirigenza, che sono coinvolte in questa storia che si protrae ormai da mesi. C’è la partita della procura, quella sportiva e quella del tribunale che il 21 dicembre deve decidere sulla richiesta di fallimento presentata dal pm Colonna; ma alla luce dei pagamenti di parte degli stipendi dei calciatori, se Fabrizio Garilli facesse lo stesso con i creditori allora si aprirebbe la strada del rinvio. Il fallimento probabilmente non ci sarà ma la soluzione è chiaramente un tampone.
INDAGATI - E’ notizia di ieri l’iscrizione, sembrerebbe, di cinque persone (i nomi per il momento non si sanno perché c’è il segreto istruttorio) nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta aperta attraverso un fascicolo che ipotizza reati fallimentari. Quattro sono indagati per ipotesi fallimentari mentre una per reati tributari legati alla violazione di una sponsorizzazione, fatto almeno curioso, come singolare è stata la decisione dell’iscrizione al registro degli indagati ancora prima che si arrivi al fallimento, è raro che accada. Insomma la procura continua dritta per la sua strada e vuole accendere la luce dentro le vicende che hanno caratterizzato la cessione del Piacenza Calcio da Fabrizio Garilli all’Italiana Srl di Marco Gianfranceschi, con quest’ultima che dopo nemmeno un mese ha palesato uno stato d’insolvenza che prima ha portato alla messa in mora dei giocatori e successivamente alla risoluzione del contratto di cessione e al ritorno in sella di Fabrizio Garilli. Il suo ritorno però non elimina automaticamente la possibilità del fallimento perché il tribunale il 21 dicembre vorrà capire se l’ex presidente, ora amministratore unico, sarà in grado di saldare tutti i debiti e garantire le forze per terminare la stagione ma in questa direzione si registra una possibile apertura dettata dal fatto, come detto, che sta provvedendo attraverso il concordato stragiudiziale al pagamento immediato di parte dei debiti.
STIPENDI - Sempre ieri Fabrizio Garilli in mattina si è recato in tribunale per riprendere alcuni documenti che erano stati portati via dalla Guardia di Finanza e che non essendo sequestrati possono ritorna- re alla base, soprattutto nel primo pomeriggio, intorno alle 15, Garilli è entrato a colloquio nell’ufficio del fiduciario Aic Francesco Macrì (accompagnato da Maurizio Riccardi) per riprendere il discorso relativo al pagamento dei giocatori che i due avevano affrontato già nella giornata di mercoledì a Milano mentre alle 17 si sono diretti allo stadio per incontrare la squadra. La proposta, che è stata accettata, è di un pagamento rateizzato degli emolumenti mancanti da luglio a novembre con il 25 per cento (più premi partita) che è già stato saldato. Tutti i giocatori hanno accettato la proposta, chiamandosi fuori dalla possibilità di svincolo, l’unico a non accettarla è stato Simone Guerra che nella prossima sessione di calciomercato sarà disponibile sul mercato e su di lui sembra abbia già messo gli occhi il Parma. Tuttavia la situazione non è semplice perché se Garilli decidesse di saldare totalmente il giocatore allora Guerra dovrebbe rimanere ma questo fatto potrebbe toccare i delicati equilibri di spogliatoio a causa di un trattamento diverso.
CONCORDATO - Da versante giudiziario arriva la notizia dell’iscrizione di cinque persone (e non sono molte di più quelle coinvolte in questa vicenda) ma per evitare il fallimento Fabrizio Garilli sarà costretto a raggiungere un accordo con i creditori e per questo motivo è stata intrapresa la strada del concordato stragiudiziale. In sostanza ci sarebbe la possibilità di accordarsi pagando solo una percentuale dei debiti ma allo stesso tempo si dovrebbe dimostrare la capacità di poter saldare la parte rimanente. Alla luce degli ultimi pagamenti però è davvero probabile che il 21 dicembre il giudice decida di rinviare la sentenza di fallimento.
Giacomo Spotti La Cronaca
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