| E se qualcuno evitasse il fallimento? Indiscrezioni parlano di una cordata piacentina guidata indirettamente da Fabrizio Garilli
Inizia l’ennesima lunga maratona societaria, cosa che ha contraddistinto gli ultimi quattro mesi del club biancorosso, anche se sarebbe più giusto parlare di un 400 ostacoli piuttosto che di maratona. Perché c’è poco tempo. Perché le difficoltà sono molte. Perché in sostanza rimangono 8 giorni all’ora “X” cioè quando mercoledì prossimo, il 21 dicembre, in tribunale ci sarà l’udienza tra le parti e il giudice potrebbe decidere (molto probabil- mente) di accettare la richiesta di fallimento presentata dal pm Colonna, nominare un curatore, rimandare tutto all’asta e chiudere il teatrino. In realtà però la situazione è molto più complicata perché da alcuni giorni si stanno giocando due partite parallele. Da una parte c’è chi spinge per il fallimento (soluzione che caldeggiamo da due settimane); dall’altra c’è chi lavora per organizzare un blitz e salvare la società da questo destino. Entrambi con ragioni e motivazioni diverse e in questo senso bisogna leggere la riunione di ieri in via Gorra tra l’amministratore unico Covilli Faggioli e l’ad dell’Italiana Srl, Marco Gianfranceschi, incontro al quale in teoria era invitato l’ex presidente Fabrizio Garilli in qualità di socio visto che possiede il 25 per cento delle quote azionarie. E infatti Garilli, che si è presentato, è stato per tutto il pomeriggio l’ago della bilancia in virtù della sua quota e Gianfranceschi alla domanda se l’ex presidente potesse tornare in gioco ha glissato; ma rispondiamo noi per lui. Sì, in teoria potrebbe. Il motivo, come tutto ciò che è legato a questa vicenda è oscuro, ma voci insistenti parlano di una cordata composta da alcuni imprenditori piacentini che sarebbero disposti a salvare il Piacenza dal fallimento. Un’ipotesi strana perché da questo punto di vista se l’intervento fosse volto a tamponare la situazione non servirebbe di fatto a nulla; se al contrario ci fosse un interesse a entrare seriamente non se ne riuscirebbero a capire i motivi visto che al momento un ingresso nel Piacenza costerebbe minimo 6 milioni di euro per terminare la stagione, quando invece andando a prendere la società in tribunale si spenderebbe meno e, come si dice in gergo, si andrebbe sul pulito. E allora perché sotto traccia si sta lavorando alla composizione di una cordata che avrebbe come scopo quello di evitare il fallimento? Fare i nomi è rischioso perché di concreto ancora non c’è nulla, se non il fatto che la scelta della Copra di consolidare il debito («a patto che non si fallisca» ha specificato Molinaroli) sarebbe proprio indirizzato a favorire l’ingresso di un salvatore che dovrebbe comunque passare attraverso l’Italiana Srl perché nonostante la dichiarazione «molliamo» di Gianfranceschi, di fatto la sua società è fino al 21 dicembre la proprietaria del Piacenza. Questo che abbiamo appena descritto è uno scenario possibile ma i nomi sono ancora sotto chiave. Però rimane sempre una domanda: perché? Per quale motivo si sta provando a intervenire solo ora? E’ una domanda alla quale non si riesce dare risposta per mancanza di elementi concreti, ma la risposta sarebbe cruciale per capire il discorso. Come è cruciale domandarsi per quale motivo, Luigi Gallo, Marco Gianfranceschi e in seconda battuta Vladimiro Covilli Faggioli sono comparsi tra maggio e dicembre prima a Lucca per prendere la Lucchese e poi a Piacenza per rilevare il nostro club. In entrambi i casi hanno portato a termine l’operazione e dopo poche settimane hanno palesato uno stato d’insolvenza. Comprano in pochi mesi due squadre senza avere i soldi: Gianfranceschi mettendoci la faccia, Faggioli arrivando quando il corpo sta morendo e tutto sotto la sapiente regia di Luigi Gallo che ricordiamo tutti, compreso chi ha venduto, erano perfettamente a conoscenza delle sue referenze. Prima si muore prima si potrà tentare di rinascere se davvero qualcuno vorrà rilevare il Piacenza in tribunale, ma se anche dovesse accadere il miracolo rimangono una marea di domande senza risposta, non c’è un senso logico in tutto quello che è accaduto negli ultimi quattro mesi. Forse dal fascicolo per “reati fallimentari” aperto dalla procura si potranno ottenere delle risposte. Ieri mattina intanto c’è stata una riunione in giunta comunale, all’ordine del giorno c’era la discussione sul futuro del Piacenza Calcio e indiscrezioni dicono che il sindaco stia tentando di comporre una cordata di piacentini con dentro anche Guido Molinaroli. Ma questa sarebbe una cordata diversa da quella descritta in precedenza.
Giacomo Spotti La Cronaca
Vorrei ricordare che Molinaroli è colui che ha dichiarato che il prossimo anno mollerà la pallavolo in quanto non riesce a sostenere i costi da solo.... Atro che balanudo
|